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  • Immagine del redattore: taniavideotdg
    taniavideotdg
  • 27 ott 2015
  • Tempo di lettura: 6 min

Buon giorno a tutti, di recente sotto un video nel mio canale You tube è stato menzionato Salomone, un personaggio biblico, e il libro di Ecclesiaste.

Cito le parole usate:

"...proprio Salomone nel succitato testo e non diede un' immagine propriamente carina e bella dell'esistenza in generale. La descrisse amaramente e non le diede altro che il posto peggiore tra le cose che possono succedere, dopo il NON essere MAI venuti al mondo e l'esser già morti; come si vede quindi, non v'è lode al "Creatore" che evidentemente se esiste non è buono..."

Quindi ho fatto delle ricerche e creato un video appositamente per rispondere al commento che mi è stato fatto. Però visto che il contenuto potrebbe interessare anche altri ho pensato di includerlo anche qui nel blog. La mia risposta è stata la seguente.

Il personaggio di Salomone è esistito realmente circa tremila anni fa. Nel libro di Ecclesiaste descrisse la sua ricerca della felicità. (Eccl. 1:13) Dalla vita diSalomone possiamo imparare molto. La sapienza espressa nel libro di Ecclesiaste ci può aiutare ad avere degli obiettivi che daranno vero significato alla nostra vita. Esaminiamo alcune scritture:

Ecclesiaste 3:11 "Ogni cosa egli ha fatto bella a suo tempo.+ Anche il tempo indefinito ha posto nel loro cuore,+ affinché il genere umano* non trovi mai l’opera che il [vero] Dio ha fatto dall’inizio* alla fine."

Perché ci ribelliamo alla morte? La Bibbia ne spiega la ragione. Del nostro Creatore, Geova Dio,* dice: “Egli ha fatto ogni cosa bella nel suo tempo; ha persino messo l’eternità nel loro cuore”, ovvero nel cuore degli uomini (Ecclesiaste 3:11, La Nuova Diodati).Vorremmo godere della bellezza della terra per sempre, non solo per 70-80 anni (Salmo 90:10). Questo è il desiderio che abbiamo nel cuore. Perché Dio ha messo l’“eternità” nel nostro cuore? Solo per farci provare un senso di frustrazione? Una cosa del genere è impensabile. Dio invece ci promette che la morte sarà sconfitta. La Bibbia parla più volte sia dell’eliminazione della morte che della vita eterna promessa da Dio. Gesù Cristo stesso disse chiaramente: “Questo significa vita eterna, che acquistino conoscenza di te, il solo vero Dio, e di colui che tu hai mandato, Gesù Cristo” (Giovanni 17:3). La battaglia contro la morte, quindi, non è persa in partenza. Come conferma Gesù, però, solo Dio può vincere questa battaglia per noi.

Diverse scritture fanno capire che è volere di Dio cancellare la morte:

  • “Egli effettivamente inghiottirà la morte per sempre, e il Sovrano Signore Geova certamente asciugherà le lacrime da ogni faccia” (Isaia 25:8).

  • “Questa è la volontà del Padre mio, che chiunque vede il Figlio ed esercita fede in lui abbia vita eterna” (Giovanni 6:40).

  • “Come ultimo nemico, sarà ridotta a nulla la morte” (1 Corinti 15:26).

  • “[Abbiamo la] speranza della vita eterna che Dio, che non può mentire, promise prima di tempi di lunga durata” (Tito 1:2).

  • “Egli asciugherà ogni lacrima dai loro occhi, e la morte non ci sarà più” (Rivelazione [Apocalisse] 21:4).

Ecclesiaste 8:17 "E vidi tutta l’opera del [vero] Dio,+ come il genere umano non può trovare l’opera che è stata fatta sotto il sole;+ per quanto il genere umano continui a lavorare duramente per cercare, tuttavia non trova.+ E anche se dicesse di essere abbastanza saggio da conoscere,+ non potrebbe trovare."

Una consultazione biblica commenta questa scrittura dicendo: "Non potremo mai conoscere a fondo tutto ciò che Dio ha fatto e ha permesso che accadesse all’umanità, neppure se dovessimo perderci il sonno. Preoccuparsi di tutto il male che è stato commesso servirà solo a privarci della gioia di vivere."

Ecclesiaste 6:12 "Poiché chi sa quale bene ha l’uomo nella vita+ per il numero dei giorni della sua vita vana, quando li trascorre come un’ombra?+ Poiché chi può dichiarare all’uomo ciò che avverrà dopo di lui sotto il sole?"

Dato che la morte mette fine abbastanza rapidamente agli sforzi dell’individuo, è davvero tanto vantaggioso lottare per avere più cose materiali o raggiungere un livello di istruzione più alto semplicemente per ottenere più beni materiali? E dato che la vita è così breve e passa come un’ombra, molti capiscono che, per quanto riguarda le attività umane, non c’è tempo per ricominciare tutto daccapo quando ci si accorge di aver fallito; né l’uomo può sapere con certezza cosa accadrà ai suoi figli “dopo di lui”.

Ecclesiaste 1:2,3

"“La più grande vanità!”*+ ha detto il congregatore, “la più grande vanità! Ogni cosa è vanità!”+ 3 Che profitto ha l’uomo* in tutto il suo duro lavoro a cui lavora+ duramente sotto il sole?"

Per sottolineare che esiste il pericolo di sprecare la propria vita, Salomone inEcclesiaste usa una trentina di volte la parola “vanità”. Il termine ebraico tradotto “vanità” dà l’idea di qualcosa di vuoto, futile, fugace o privo di senso e di sostanza.

A volte Salomone usa parallelamente la parola “vanità” e l’espressione “correr dietro al vento”. (Eccl. 1:14; 2:11) Ovviamente ogni tentativo di afferrare il vento sarebbe inutile. Chiunque ci provasse rimarrebbe a mani vuote. Perseguire obiettivi poco saggi si rivelerebbe altrettanto frustrante. La vita in questo sistema di cose è troppo breve per essere sprecata in attività che lasciano a mani vuote. Quindi, per evitare di fare questo errore, prendiamo in considerazione alcuni comuni obiettivi della vita menzionati da Salomone. Prima parleremo della ricerca dei piaceri e dei beni materiali, poi vedremo che importanza si deve dare al lavoro.

In che cosa cercò appagamento Salomone? Proprio come fanno molti oggi, Salomone cercò appagamento nella ricerca dei piaceri. Lui stesso afferma: “Non trattenni il mio cuore da alcuna sorta di allegrezza”. (Eccl. 2:10) In che cosa ricercò i piaceri? Secondo Ecclesiaste capitolo 2, ‘si rallegrò col vino’ (esercitando però padronanza), si dedicò alla progettazione di giardini e palazzi, ascoltò musica e mangiò del buon cibo.

La Bibbia vieta forse di divertirsi con gli amici? Niente affatto. Salomone osserva, per esempio, che godersi un pasto in un’atmosfera rilassata dopo una giornata di duro lavoro è un dono di Dio. ( Ecclesiaste 2:24; 3:12, 13). Inoltre Dio stesso invita i giovani a ‘rallegrarsi’ e a lasciare che ‘il cuore faccia loro del bene’, ma al tempo stesso ad agire in modo responsabile. (Eccl. 11:9) Abbiamo bisogno di relax e di divertimenti sani. (Confronta Marco 6:31). Tuttavia lo svago non dovrebbe diventare lo scopo della nostra vita. Dovrebbe essere come il dolce alla fine di un pasto, non il piatto principale.

Forse vi piacciono i dolci, ma sarete d’accordo che, se non mangiaste altro, dopo un po’ non ne potreste più e vi mancherebbe anche il nutrimento necessario. Similmente Salomone si rese conto che una vita incentrata sui piaceri era “un correr dietro al vento”. — Eccl. 2:10, 11.

Quando scrisse Ecclesiaste, Salomone era uno degli uomini più ricchi della terra. (2 Cron. 9:22) Poteva permettersi qualsiasi cosa desiderasse. Infatti scrisse: “Qualunque cosa i miei occhi chiedessero non la tenni lontana da loro”. (Eccl. 2:10) Tuttavia scoprì che di per sé i beni materiali non danno appagamento. “Chi semplicemente ama l’argento non si sazierà di argento, né chi ama la ricchezza si sazierà delle entrate”, concluseSalomone. — Eccl. 5:10.

Nonostante il valore effimero dei beni materiali, la ricchezza può comunque esercitare un grande fascino. In un sondaggio condotto di recente negli Stati Uniti, il 75 per cento degli iscritti al primo anno di università ha dichiarato di avere come principale obiettivo “una vita agiata”. Ma anche se raggiungessero questo obiettivo sarebbero davvero felici? Non necessariamente. Dei ricercatori hanno rilevato che dare troppa importanza alle cose materiali in effetti impedisce di raggiungere felicità e appagamento. Già molto tempo fa Salomone era giunto alla stessa conclusione. Scrisse: “Mi accumulai anche argento e oro, e proprietà riservate ai re . . . Ed ecco, ogni cosa era vanità e un correr dietro al vento”.* (Eccl. 2:8, 11)

Il libro di Ecclesiaste dice: “Un nome è meglio che il buon olio, e il giorno della morte che il giorno della nascita”. (Eccl. 7:1) La vita di Gesù esemplifica al meglio questo concetto. Gesù si fece davvero un buon nome presso Dio. Morendo fedele, rivendicò la sovranità di suo Padre e provvide il sacrificio di riscatto, che ha reso possibile la nostra salvezza. (Matt. 20:28) Nel breve tempo che trascorse sulla terra, Gesù mostrò in maniera perfetta cosa rende la vita degna di essere vissuta, lasciandoci l’esempio da imitare.

Ci sarebbe ancora tantissimo da dire, ma credo di aver toccato i punti principali.

Resto comunque a disposizione per altre ricerche!

Ciao a tutti e buona giornata!

 
 
 

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