Esaminiamo i personaggi biblici...Noè
- taniavideotdg
- 26 nov 2015
- Tempo di lettura: 5 min

Oggi vedremo Noè, forse questo personaggio lo conosciamo un pò tutti, sono stati fatti diversi film ed è diventata anche una storiella dell'uomo con l'arca e gli animali.
Gli stessi archeologi e studiosi conocordano che ci sia stato davvero un diluvio che ha ricoperto la terra, ma vediamo l'esempio di Noè.
Il mondo in cui crebbe Noè vide una rapida escalation della malvagità. Era già cattivo al tempo del bisnonno di Noè, Enoc, altro uomo giusto che aveva camminato con Dio. Enoc aveva predetto che per i malvagi sarebbe arrivato un giorno di giudizio. Ma all’epoca di Noè la situazione era decisamente peggiorata. Anzi, dalla prospettiva di Geova la terra era rovinata perché piena di violenza (Genesi cap 5 e 6).
Tra i figli spirituali di Dio, gli angeli, era in atto qualcosa di terribile. Uno di loro si era già ribellato a Geova: diffamando Dio e inducendo Adamo ed Eva a peccare era diventato Satana il Diavolo. Al tempo di Noè anche altri angeli cominciarono a unirsi alla ribellione. Abbandonavano la posizione che Dio aveva dato loro in cielo, venivano sulla terra assumendo sembianze umane e prendevano in moglie delle belle donne. Quegli arroganti ed egoisti angeli ribelli esercitavano un influsso malefico sugli esseri umani.
Va anche tenuto presente che l’unione innaturale tra gli angeli materializzati e quelle donne diede vita a una progenie ibrida, figli dalla corporatura e dalla forza straordinarie. La Bibbia li chiama nefilim, che letteralmente significa “abbattitori”, “quelli che fanno cadere altri”. Quegli esseri prepotenti accentuarono il clima di crudeltà e violenza presente sulla terra. Non a caso, agli occhi del Creatore “la cattiveria dell’uomo era abbondante sulla terra” e “ogni inclinazione dei pensieri del suo cuore era solo cattiva in ogni tempo”. Pertanto Geova stabilì che da lì a 120 anni avrebbe annientato quella società malvagia. (più indietro troverete un post dedicato a questi nefilim e ai loro ritrovamenti, ci sono diverse foto ed è anche citato il nome del museo in cui si può vedere lo scheletro).
Un giorno accadde qualcosa che avrebbe cambiato per sempre la vita di Noè. Dio parlò al suo fedele servitore rivelandogli l’intenzione di distruggere il mondo di allora, e gli ordinò: “Fatti un’arca di legno d’albero resinoso” (Gen. 6:14).
L’arca non era, come sostengono alcuni, una nave. Non aveva né prua né poppa, né chiglia né timone, né alcuna forma arrotondata. Si trattava essenzialmente di un’enorme cassa.
Dio gli diede le misure esatte e tutte le istruzioni, Noè aveva un’opera colossale da compiere. L’arca sarebbe stata enorme: approssimativamente doveva essere lunga 133 metri, larga 22 e alta 13. Sarebbe stata molto più grande di qualsiasi nave di legno per la navigazione d’alto mare, persino di quelle costruite in epoca moderna. Noè rifiutò forse l’incarico, si lamentò delle difficoltà, o modificò i dettagli per facilitarsi il lavoro? La Bibbia risponde: “Noè faceva secondo tutto ciò che Dio gli aveva comandato. Fece proprio così” (Gen. 6:22).
Ci vollero molti anni per realizzare l’arca, forse 40 o 50. Bisognava abbattere gli alberi, trasportare i tronchi, ricavarne le travi e congiungerle. L’arca doveva avere tre piani, o ponti, diversi compartimenti e una porta laterale. A quanto pare lungo tutta la parte superiore dell’arca si trovavano delle finestre, al di sopra delle quali c’era il tetto, forse leggermente spiovente per far defluire l’acqua (Gen. 6:14-16).
Da ricordare che all'epoca non c'era la seghetta elettrica, quindi il lavoro era davvero faticoso e lungo.
Col passare degli anni, mentre l’arca prendeva forma, Noè sarà stato felice di avere il sostegno della sua famiglia. C’era, infatti, un’altra attività che forse era molto più impegnativa della costruzione dell’arca. La Bibbia dice che Noè fu un “predicatore di giustizia”.
Ebbe quindi un ruolo di primo piano nel cercare di avvisare con coraggio la società malvagia di quel tempo della sua imminente distruzione. Come reagirono le persone? Molto tempo dopo, Gesù rievocò quei momenti dicendo che “non si avvidero di nulla”. Disse che erano talmente assorbite dalla vita di tutti i giorni — mangiavano, bevevano e si sposavano — da ignorare completamente Noè (Matt. 24:37-39). Molti sicuramente avranno preso in giro sia lui che la sua famiglia; alcuni lo avranno minacciato e gli avranno fatto violenta opposizione. Forse avranno anche tentato di sabotare i lavori.
Tutto questo, comunque, non fermò né Noè né la sua famiglia. Nonostante vivessero in un mondo che faceva di tutto per far sembrare inutile, assurda o folle la loro missione, continuarono a svolgere il loro compito.
Erano trascorsi molti anni, e l’arca lentamente assumeva la sua forma definitiva. All’età di quasi 600 anni Noè perse alcuni cari. Morì Lamec, suo padre. Cinque anni dopo morì anche Metusela, padre di Lamec e nonno di Noè. Aveva 969 anni, ed è stato l’uomo più longevo di cui si abbia notizia nella Bibbia (Gen. 5:27). Sia Metusela che Lamec erano stati coevi del primo uomo, Adamo.
Sono età davvero alte, ma questo perchè erano più vicine alla perfezione, per questo vissero come 7/8 vite umane "attuali".
Quando aveva 600 anni, il patriarca Noè ricevette un altro messaggio da Geova Dio: “Entra, tu e tutta la tua casa, nell’arca”. Dio gli disse anche di far salire sull’arca tutte le specie animali: a sette a sette gli animali puri, adatti ai sacrifici, e a due a due gli altri (Gen. 7:1-3).
Dev’essere stata una scena memorabile. Dall’orizzonte gli animali confluivano a migliaia nell’arca volando, strisciando e camminando, alcuni dondolandosi o muovendosi con passo goffo e pesante: una sorprendente varietà di dimensioni e forme, per non parlare della loro indole. Non dobbiamo immaginare il povero Noè che con le buone o con le cattive cerca di convincere gli animali a stiparsi nell’arca. Il racconto dice: “Gli animali andarono da lui nell’arca” (Gen. 7:9, Parola del Signore).
Ovviamente Dio avrebbe potuto decidere di salvare gli animali diversamente. Tuttavia decise saggiamente di farlo in un modo che ci ricorda la fiducia che in origine aveva concesso all’uomo dandogli il compito di prendersi cura di tutti gli esseri viventi della terra (Gen. 1:28).
Da li a una settimana Dio avrebbe portato il diluvio, e così fu.
Dio chiuse le porte dell'arca e iniziò a piovere.
Per 40 giorni e 40 notti cadde una pioggia torrenziale, finché la terra fu completamente sommersa. I malvagi furono spazzati via. Mesi dopo il livello dell’acqua era sceso e l’arca si arrestò su un monte. Quando Noè e la sua famiglia poterono finalmente uscire dall’arca sani e salvi era passato un anno intero. Riconoscente, Noè presentò un’offerta a Geova Dio, il quale assicurò a lui e alla sua famiglia che non avrebbe mai più portato un diluvio per annientare ogni vita sulla faccia della terra. Geova diede l’arcobaleno come garanzia visibile a ricordo di questa promessa rassicurante.
Dopo il Diluvio, Dio impartì agli esseri umani due nuovi comandi. Concesse loro di mangiare carne animale, ma vietò il consumo di sangue. Inoltre comandò ai discendenti di Noè di spargersi su tutta la terra. Alcuni di loro però disubbidirono e, guidati da un uomo chiamato Nimrod, si unirono nella costruzione di un’immensa torre nella città di Babele, la futura Babilonia. Il loro intento era sfidare il comando divino di popolare tutta la terra. Ma Dio sventò il piano di quei ribelli confondendo il loro linguaggio e facendo in modo che iniziassero a parlare in lingue diverse. Incapaci di comprendersi, abbandonarono il progetto e si dispersero.
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